La facilità della vittoria Prussiana contro la Francia (1871) ebbe ampia risonanza in Europa, anche nel “giovane” Regno d’ Italia . Il Ministro della Guerra,  Generale Cesare Ricotti Magnani iniziò a preparare la riforma del Regio Esercito, che prenderà poi il suo nome, basandosi sul modello Prussiano. Tra le varie questioni, emerse quindi la problematica della difesa dei valichi alpini, considerati dalla dottrina militare italiana dell’epoca indifendibili.

Già nell’ autunno del 1871, l’allora Capitano di Stato Maggiore, Giuseppe Perrucchetti, si mise al lavoro sull’ argomento basandosi sugli studi fatti dal Gen. Ricci nel 1868, il quale aveva impiegato dei reparti di Bersaglieri adattati a tale scopo  .

Uomo di pianura (Cassano d’ Adda) , ex insegnante di Geografia, ben presto Perrucchetti arrivò alla conclusione che per l’eventuale difesa dei valichi non potevano essere impiegate truppe provenienti dalle caserme poste in pianura, visto che in caso di mobilitazione i tempi di approntamento sarebbero stati assai lunghi. Inoltre i soldati impiegati per questo compito, si sarebbero trovati ad operare in un ambiente particolare  a loro completamente sconosciuto.

Nel 1872 Perrucchetti pubblicò su “Rivista Militare Italiana”, periodico nato nel 1856 e tuttora esistente, un articolo nel quale esponeva le sue idee che possiamo riassumere in due punti principali:

  • la zona alpina sarebbe stata divisa per vallate in tante unità difensive, costituenti ciascuna un piccolo distretto militare.
  • In queste aree sarebbero stati arruolati i montanari della zona, inquadrati in un determinato numero di compagnie raggruppate attorno a un centro di amministrazione e di comando, in modo tale da avere tante unità difensive quanti erano i valichi alpini da proteggere.

In questa maniera per Perrucchetti si arrivava a soddisfare i punti per lui determinanti per la difesa dei valichi; avere a disposizione truppe abituate alla vita in montagna con le sue fatiche e  disagi, profondi conoscitori del territorio e delle sue insidie.

Inoltre il reclutamento locale garantiva anche una forte coesione non solo tra i soldati, ma anche con le popolazioni del posto.

Tuttavia Ricotti per problemi di bilancio, non inserì nella sua riforma la creazione di un nuovo Corpo specializzato nella guerra di montagna, ma portò il numero dei distretti militari da 54 a 62, con l’ inserimento di un massimo di 15 compagnie Alpine.

Tale provvedimento fu inserito nel Regio Decreto n° 1506 che venne firmato il 15 Ottobre 1872 a Napoli dal Re Vittorio Emanuele II. Nella relazione che accompagnava il decreto veniva menzionata appunto la creazione delle suddette 15 compagnie Alpine…Nasceva la storia degli Alpini.

PS – Secondo alcuni storici, l’ ideatore delle truppe Alpine, sarebbe il Gen. Ricci e non Perrucchetti. Di fatto comunque solo il 15 Ottobre 1872 venne siglato dal Re il decreto.