La Montagna Pistoiese ha dato alla luce alcuni dei Campioni di sci del nostro Paese che hanno dato lustro allo sport vincendo medaglie di ogni valore nei vari campionati nazionali e mondiali. Ricordiamo per esempio Vittorio Chierroni o Celina Seghi, fresca centenaria.

Ma senza fare un torto a nessuno, il più famoso di tutti è stato sicuramente Zeno Colò.

Nasce il 30 Giugno 1920 in  località la Consuma nel Comune sparso di Abetone Cutigliano in provincia di Pistoia, già a 15 anni entra a far parte della squadra nazionale di Sci. Nel pieno delle sue attività agonistiche la sua carriera sportiva viene bloccata dallo scoppio della guerra. Viene quindi reclutato nella “Pattuglia sci veloci” della Scuola Militare Alpina, precursore di quella che poi sarà il “Reparto Attività Sportive”, a Cervinia. Qui inizia a mettersi in evidenza vincendo nel 1941 tutte e tre le specialità (Libera, Slalom e combinata) ai campionati nazionali assoluti di guerra.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 si rifugia insieme ad altri membri della squadra sportiva in Svizzera, dove prende lo pseudonimo di “Blitz” per evitare eventuali rappresaglie contro i suoi familiari da parte dei repubblichini di Salò.

Finita la guerra, Colò riesce a rientrare rapidamente a casa. Dopo un viaggio di fortuna, nel maggio del 1945 raggiunge l’Abetone dove si ricongiunge con la famiglia e riprende a fare il taglialegna.

I primi anni post bellici sono difficili per tutto il Paese, e anche lo sport  stenta a ripartire. Tra le federazioni sportive più in difficoltà vi è quella degli sport invernali (F.I.S.I.), che non può garantire sufficiente supporto ai propri atleti.

Zeno Colo però è un atleta formatosi da solo, in pratica è sempre stato l’ allenatore di se stesso; il bosco è la sua palestra, il lavoro di taglialegna il suo “sponsor”. Il tutto condito con quel talento che solo i campioni hanno.

Nel 1947 si rende protagonista sul piccolo Cervino battendo il record del mondo di velocità sul  chilometro lanciato, sfoggiando quella inedita posizione a “uovo alto” che verrà poi impiegata dai discesisti di tutto il mondo. Il record rimarrà imbattuto per ben 17 anni.

Negli anni successivi ottiene numerose vittorie nelle più prestigiose gare internazionali che si svolgono sull’ arco alpino (all’ epoca non esisteva la “Coppa del Mondo” con il suo calendario di gare prestabilite),  acquisendo quindi una certa notorietà non solo nell’ ambiente sportivo.

Ai campionati mondiali del 1950 ad Aspen in Colorado si presenta ai nastri di partenza con un abbigliamento tecnico che fa storcere a molti suoi “quotati” colleghi, con la sigaretta che gli pende dalle labbra…e conquista l’oro nella discesa libera , nello slalom gigante e un argento nello slalom speciale.

Gli americani letteralmente impazziscono per lui, lo vogliono trattenere in Colorado, coprendolo di fama ( e soldi). Ma lui non ne vuol sapere, e da persona semplice che è preferisce tornare nella sua Montagna.

Due anni dopo , a Oslo alle olimpiadi invernali vince la discesa libera, sfiorando il podio sia nello slalom gigante che in quello speciale.

A questi successi vanno aggiunti i 19 ori, 4 argenti e 6 bronzi a livello nazionale.

Ma la sua carriera sportiva volge bruscamente al termine. Da il nome ad un paio di scarpe da sci prodotte da un suo amico calzolaio di Boscolungo e pertanto la F.I.S.I., applicando il regolamento e tra mille polemiche, lo squalifica per professionismo.

Ai Mondiali del 1954 ad Are è apripista della gara di discesa libera , dove la sua discesa viene comunque cronometrata anche se non in gara…sarà la seconda migliore prestazione della giornata.

A Cortina nel ’56 , alle Olimpiadi, partecipa come tedoforo.

Conclusa l’ attività agonistica diventa maestro di sci presso l’Abetone, impegnandosi per la promozione e lo sviluppo della stazione sciistica pistoiese. E’ tra i promotori della Società Funivie Abetone e della costruzione della prima ovovia. Nel 1973 disegna le tre piste che scendono dal Monte Gomito e che prendono da lui il nome (Zeno1, Zeno 2 e Zeno 3). E’ stato anche direttore della scuola di sci di Madesimo (Sondrio).

Nel 1989 la F.I.S.I. gli revoca la squalifica inflittagli nel 1954 e il 12 Maggio 1993, malato seriamente da alcuni anni, “va avanti”.

Il Gruppo Alpini Abetone porta orgogliosamente il suo nome.