Premessa

Non c’è argomento peggiore che parlare delle perdite del Corpo d’ Armata Alpino e in generale dell’ 8° Armata (ARMIR) in quanto il “cuore” deve lasciare spazio alla “asettica freddezza”  dei numeri…ci proveremo, consci che dietro ad ogni vita spezzata vi è il dolore di madri, padri, fratelli, mogli e figli  che per anni hanno cullato la vana speranza di poter riabbracciare il loro caro.

Introduzione

I dati relativi all’effettive perdite in seguito agli eventi bellici che coinvolsero l’ARMIR in quei mesi a cavallo del ’42 e ’43  sono ancora oggi soggetto a studi e variazioni.

Probabilmente un numero certo ben preciso non lo avremo mai.

Parte di questa incertezza è data dalla mancanza di un dato di riferimento importante, ovvero il numero degli effettivi di ciascun reparto al momento dell’ inizio degli eventi. Mancanza dovuta al fatto che la maggior parte dei ruolini sono andati persi durante quei tragici giorni o sono comunque pervenuti incompleti.

Gli effettivi del Corpo d’ Armata Alpino

Come spiegato non è un dato certo per cui si deve ricorrere a stime. Abbiamo quindi preso i dati riportati da un articolo sul sito dell’ U.N.I.R.R.  (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia).I dati  sono estratti da alcuni documenti emessi dal 1946 dall’ Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’ Esercito e confrontati con altri documenti  disponibili,  secondo i quali  gli effettivi del C.A. Alpino a Gennaio ’43 si possono stimare in circa 67.500 uomini così suddivisi (1):

Truppe e Servizi del C.A. Alpino : 7.000

Divisione Tridentina: 16.800

Divisione Julia : 16.900

Divisione Cuneense : 16.800

A questi vanno aggiunti i 10.000 fanti della Divisione di Fanteria “Vicenza” in organico al C.A. Alpino (2).

Non sappiamo però se questo numero tenga conto dei battaglioni di complemento che proprio in quei giorni erano arrivati nel settore e quindi non ancora effettivi alle divisioni. Una gran parte di loro furono fortunatamente fermati a Valuikj mentre si scatenava l’ offensiva di Gennaio “Ostrogorzk-Rossoch” e evacuati, ma una parte era già giunta a Rossoch (sede del comando di Corpo d’ Armata) proprio il 15 Gennaio, giorno della prima incursione dei carri sovietici come si evince da alcune testimonianze dirette di reduci.

Le Perdite

Alla conclusione della ritirata del Corpo d’ Armata Alpino, sempre secondo la relazione dello Stato Maggiore,  si hanno (dato complessivo ufficiali e truppa) le seguenti perdite:

Truppe e Servizi del C.A. Alpino : 3.180 caduti e dispersi ,  600 feriti e congelati

Divisione Tridentina: 7.730 caduti e dispersi,   4.070 feriti e congelati.

Divisione Julia : 9.970 caduti e dispersi,   2.550 feriti e congelati.

Divisione Cuneense : 13.080 caduti e dispersi,   2.180 feriti e congelati.

Divisione Vicenza : 6.840 Caduti e dispersi,   920 feriti e congelati.

Non è conosciuto  il numero di deceduti in seguito alle ferite ricevute o al congelamento nelle settimane o mesi successivi,  così come non esistono dati esatti su quanti furono i caduti per combattimento, quanti per gli stenti, il congelamento o le ferite durante la ritirata e quanti invece fatti  prigionieri.

Non solo Alpini

Come già spiegato in altre occasione, la ritirata di Russia non riguardò solo Il Corpo d’ Armata Alpino, ma già da Dicembre tutta l’ 8a Armata.

Per capire una volta di più  l’entità della tragedia dell’intera ritirata è significativo il dato delle perdite nei tre mesi precedenti  l’offensiva “Piccolo Saturno”,: l’intera 8° Armata ha  261 caduti e 572 feriti.

Nel periodo tra il 12 Dicembre 1942 e il 20 Marzo 1943 nel suo complessivo ha 84.950 caduti e/o dispersi e 29.720 feriti e congelati (Compreso il C.A. Alpino sopra elencato).

Nel dettaglio gli altri Corpi d’Armata hanno subito le seguenti perdite:

II Corpo d’ Armata (Div. Cosseria, Ravenna e Servizi) : 9.770 caduti e dispersi ,   4.280 feriti e congelati.

XXXV Corpo d’ Armata (Div. Pasubio e Servizi) : 5.430 caduti e dispersi,   9.110 feriti e congelati. (3)

XXIX Corpo d’ Armata (Div. Sforzesca, Torino e Celere) : 20.460 caduti e dispersi,    4.500 feriti e congelati

Unità supporto Armata (artiglieria, genio, cavalleria, ecc): 8.280 caduti e dispersi,  1.930 feriti

Conclusioni

Secondo gli ultimi dati dell’ U.N.I.R.R. come riportato nella “Brochure” della Regione Piemonte edita per la mostra relativa alla ritirata di Russia  (Agosto 2018) si stima che le perdite dell’intera 8° Armata furono maggiori di quanto riportato nella relazione dell’ Esercito.

Secondo questa ultima analisi infatti sarebbero circa 95.000 i caduti e dispersi. Di questi  circa 25.000 caduti in combattimento o per gli stenti durante la ritirata mentre i restanti 70.000 furono fatti prigionieri. Gran parte di questi 70.000 morirono durante le famigerate “marcie del Davaj” verso i 400 campi di prigionia. Solo 10.000 ne fecero ritorno a guerra finita tra il 1945 e il 1946.

Nota 1 :“Nella relazione dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, edita nel 1946, a pagina 6 è detto che l’ARM.I.R. era un complesso di forze sommate a più di 220.000 uomini e 7.000 ufficiali. Nel quadro delle perdite riportato nell’allegato 1 dello stesso volume, queste sono confrontate con la consistenza organica all’inizio della battaglia rilevata in 221.875 soldati e 7.130 ufficiali per un tale di 229.005 uomini (vedi allegato A). Dunque la consistenza dell’ARM.I.R., da agosto a metà dicembre sarebbe aumentata di 2000 unità e questo dopo avere perso 1.201 uomini della Celere a Serafimovič, 6.916 uomini nella Prima Battaglia Difensiva del Don e i 678 del II Corpo d’Armata  in settembre (vedi allegato B). A questi bisognerebbe aggiungere gli ammalati sgombrati in Italia che non sono stati rilevati ma che costituiscono una notevole percentuale di uomini sottratti al fronte. Se ne deve dedurre che non solo sono state ripianate le perdite di 10.000 uomini (8.795 per caduti, feriti e dispersi, più gli ammalati) ma sono stati mandati al fronte altri 2.000 uomini.”

Nota 2 : Il numero superiore di elementi delle divisioni Alpine rispetto ad una divisione di Fanteria è dovuta alla presenza dei primi di circa 5.000 quadrupedi (muli) con relativi conducenti. La divisione “Vicenza” aveva inoltre un organico inferiore rispetto alle altre divisioni di Fanteria in quanto doveva essere una divisione con scopi di occupazione e non di prima linea , quindi privata del reggimento d’artiglieria.

Nota 3 : il XXXV Corpo d’ Armata era composto dalla Divisione Pasubio e dalla 298a Divisione di Fanteria tedesca.

Fonti:

Sito U.N.I.R.R.

“Tutti vivi all’ assalto” di Alfio Caruso

Brochure Regione Piemonte “Ritirata di Russia – Memorie”