Dall’ Edizione Speciale del “La Nostra Penna” l’articolo del Vice Presidente Piero Ferrrari, che rivive i 100 anni della Sezione, anche con aneddoti vissuti in prima persona
La celebrazione di un centenario, per chiunque o a qualsiasi titolo venga officiata, non è certamente una banalità e con l’andare dei secoli vengono conclamati i multipli dei cento anni con ricorrenze di varie tipologie a seconda di chi o di cosa viene ricordato; normalmente trattasi di grandi personaggi o di grandi eventi. Basti pensare che quest’anno corre il 700^ anniversario della morte di Dante Alighieri le cui cerimonie, oltre a tutta la Nazione, impegnano direttamente Firenze e Ravenna.
Naturalmente per tali occasioni vengono strutturati dei gruppi organizzativi che provvedono alla programmazione e alla realizzazione di tutte le manifestazioni necessarie a riportare in evidenza il ricordo da trasmettere.
Ecco, proprio il ricordo, che costituisce la pietra miliare della Associazione Alpini è, in questo caso, l’interprete principale di quanto quest’anno la Sezione di Firenze si accinge a festeggiare e cioè il centenario della sua fondazione.
I particolari di questo primo germoglio di alpinità nella nostra zona vengono specificatamente indicati in altre pagine, ma qui è assolutamente doveroso elencare coloro che, in quel lontano 20 luglio 1921, tutti reduci della prima guerra mondiale, si riunirono in Firenze, presso la locale sede del Club Alpino Italiano, per dar vita alla Sezione.
I soci fondatori che si ritrovarono e dettero vita alle prime regole associative sono: BOSSO Carlo, CASINI Ottorino, CECCHI Gilberto, CENTARO Arturo, CONTI Piero, CORDIER Ettore, DE VECCHI Silvio, FUNAIOLI Alberto, LE BRUN Renato, LUGLI Emilio, MARCHI Marco, MARIOTTI Francesco, MARIOTTI Ugo, MAZZONI Dario, ORLANDI Giuseppe, PICCINELLI Bruno, RAMORINO Felice, SALMON Elio, SALVINI Alberto, SEBREGONDI Luigi e VASELLI Gualtiero.
Accanto a loro sorse il gruppo delle patronesse, tra le quali margherita AUTERI sorella di un Alpino aspirante ufficiale caduto in battaglia, che divenne madrina e rimase in carica fino alla sua scomparsa.
Fu immediatamente eletto il primo Consiglio direttivo, con alla presidenza Francesco MARIOTTI e vice presidente Elio SALMON, con il quale chi scrive e Luigi PURICELLI hanno trascorso alcuni degli anni ’60 nei Consigli sezionale dell’epoca sotto le presidenze di Giuseppe AMATI e Marco GARIZIO: Salmon in quel periodo era il Segretario e gestiva l’amministrazione con una penna e chi fogli di carta, mentre oggi siamo travolti dalla tecnologia.
Altri fondatori che ho conosciuto personalmente sono Emilio LUGLI, Marco MARCHI e Giuseppe ORLANDI: di quest’ultimo ho un ricordo personale gia’ nei primi anni di vita che ho trascorso a Cutigliano, dove la casa paterna distava poche decine di metri da quella dell’avvocato Capitano degli Alpini Orlandi, del quale naturalmente mi era sconosciuta la condizione di fondatore.
Questa ricorrenza dobbiamo celebrarla noi Alpini dell’attualità, ovviamente, ma, nel contesto dei cento anni mi sento di affermare che ne siamo i meno meritevoli, perché i migliori sono andati avanti tutti e spero vivamente che la festa vera con i protagonisti reali possa svolgersi nel Paradiso di Cantore.
Comunque siamo noi chiamati con gli onori e gli oneri dovuti a rendere omaggio a tutti coloro che hanno vissuto la Sezione di Firenze in questo lungo periodo e “ sono andati avanti “, ma un applauso va anche a tutti noi che la stiamo pilotando verso un traguardo molto importante.
Siamo però capitati in un periodo tremendamente infausto; le previsioni per programmi di varie manifestazioni, vanno sempre e comunque a scontrarsi con i divieti di assembramento, di circolazione e di quant’altro risulta in contrasto con le regole anti pandemiche.
La manifestazione ufficiale è stata prevista in concomitanza dell’Adunata del 4° raggruppamento, organizzata dalla Sezione ad Assisi alla fine di settembre, un poco più tardi del 20 luglio, data di nascita, ma con la necessità in questo giorno di prevedere qualche cerimonia in Firenze.
Nei precedenti numeri speciali, l’ultimo del 2011, in occasione del novantesimo anno di vita, sono stati riportati i fatti salienti in ordine cronologico, che non riaffronteremo per non ripetersi, salvo casi particolari. Purtroppo ci manca la nostra storia vera, quelle trascrizioni di ricordi personali e aneddoti, conservati meticolosamente nella sede di Piazza Santa Croce, la quale, appena passato un anno dalla sua inaugurazione, fu completamente distrutta dall’alluvione del 1966. Ci mancano pertanto i reperti di quella vita associativa, importantissima perché riguardava ricordi di periodi trascorsi in ben due guerre mondiali, e rimangono solo limitati e confusi ricordi in quei pochi attuali soci che all’epoca frequentavano la sede.
La storia delle nostre sedi sezionali la facciamo partire da quella di via dei Federighi in zona Santa maria Novella, ma solo per un doveroso raffronto, in quanto trattavasi di una stanza e per bere un bicchiere di vino dovevi scendere in strada nel locale più vicino.
Il trasloco in Piazza S.Croce, seminterrato sotto il Palazzo degli Antellesi, in destra guardando la cattedrale, fu attivato grazie al solito lavoro degli Alpini, con grande opera di scavo e ristrutturazioni murarie per rendere agibili i locali; la sede era composta da tre stanze, la segreteria, un soggiorno ed il bar, fulcro delle serate che prevalentemente venivano passate a cantare. Tutti cantavamo ed, in particolare, una decina di noi dal 1970 facevano parte del Coro “La Martinella” e pertanto potevamo impegnarsi in vere melodie a quattro voci. La porta di accesso in Piazza era sempre aperta il venerdi, ed una sera mentre ci si ”esibiva” nel bar, un gruppo di turisti inglesi furono scoperti da Torello Orlandini e Carlo Paoli, che arrivavano in quel momento, ad orecchiare i nostri canti: invitati a scendere, se ne andarono a notte fonda reggendosi l’un l’altro.
Questa era l’atmosfera che si viveva in quei tempi, di tipi ameni ce n’erano a bizzeffe, ma il Principe dei mattacchioni era indicato da tutti nell’Avv. Alberto ROSELLI, tra le altre attività Console di Monaco a Firenze, il quale all’Adunata Nazionale del’66 a La Spezia sfilò con le sue medaglie conquistate in battaglia che facevano bella mostra appuntate su un giubbetto salvagente arancione e tralascio i particolari su l’Adunata di Bologna ’69. Da precisare come non fosse ancora operativo il Servizio d’Ordine, ma naturalmente la Sede Nazionale faceva regolarmente pervenire il proprio disappunto.
Ma non erano da meno Paolo MARCHETTI e Osvaldo BANCHI, del quale abbiamo parlato nelle pagine de “La Nostra Penna “come fosse stato sulla linea gotica ufficiale di collegamento con le truppe americane, dando successivamente il via alla formazione dll’ I.F.M.S.
Agli inizi degli anni ’60, il venerdi era dedicato agli uomini e il mercoledì potevano partecipare anche le Signore: questi due buontemponi un mercoledì si presentarono con due “peripatetiche “ raccattate per strada con grande scandalo e successiva prolungata sospensione per i due mariuoli.
Non si deve pensare che queste manifestazioni fossero azioni dissacranti nei confronti di qualcosa o di qualcuno, erano invece dei momenti di vita di chi aveva sofferto durante la guerra, si sentiva defraudato di cinque anni di vita normale e voleva recuperare in maniera anche goliardica; ma succedeva anche che soci importanti, persone di rango come, ad esempio Emilio LUGLI con le sue canzoni da trincea e il massimo dello spasso era quando attaccava“ e la bella trullala’….”, o Pierluigi CALDINI che, in piedi su un tavolo attaccava, il suo cavallo di battaglia “Lo Spazzacamino“ con tutti gli altri a seguirlo in coro.
Uno degli eventi più importanti di quel periodo era senza dubbio “La veglia verde “, una serata in pieno carnevale, organizzata dalle Sezione, molto elegante, che si svolgeva nei locali del Grand Hotel.
La conduzione ricreativa, ma anche di lavoro, migliorò notevolmente con l’apertura di una nuova stanza confinante, molto più grande delle altre, in fondo alla quale fu ricavata una vera cucina, munita anche di frigorifero e pertanto il buon baldo Garavaldi fu sfrattato dal sottoscala, dove ogni tanto riusciva a cuocere qualcosa con un modesto fornellino. Si trattava pur sempre di un piatto di pasta in finale di serata, talvolta accompagnata dagli “avanzi” di cucina del Grand Hotel, che lo chef, l’Alpino novarese Renato Ramponi, portava a fine del suo lavoro.
Nel 1994, a seguito dello sfratto dai locali di Piazza S. Croce la Sezione ed il gruppo che nel frattempo era nato, si trasferirono alla caserma Cavalli, una fortezza già granaio dei medici, dove ebbe inizio una nuova vita associativa in un ambiente dotato di grandi spazi con la parte amministrativa separata da quella di trattenimento, dotata, tra l’altro, di una efficiente cucina con annesse sala da pranzo di importanti dimensioni e biblioteca.
La parte amministrativa iniziò un percorso al passo con le nuove tecnologie, dotandosi di moderni strumenti come computer e fotocopiatrici, dopo aver messo in pensione il vecchio ciclostile; due locali erano adibiti al lavoro impiegatizio ed una al Presidente; l’ultima stanza in questa zona, invero la più spaziosa, era adibita a museo, curato subito dall’appassionato Luigi Puricelli.
Intanto però stava modificandosi quell’atmosfera genuina di alpinità che si riscontrava in precedenza; erano spariti gli spuntini a tarda ora per far posto ad una vera cena all’ora canonica ed andava scemando soprattutto l’attività del canto; il bar non aveva più l’effetto coagulante di prima, in quanto si beveva già a tavola.
Una cosa è certa, andava calando quel drappello di reduci, ormai della 2a guerra, pieni di goliardia e voglia di vivere e che faceva da traino a tutti gli altri, ma, d’altra parte, i tempi cambiano non sempre in meglio e dobbiamo saper gestire le mutazioni temporali.
Le figure preminenti di questo periodo nella nuova sede, che terminerà nel 2015, sono senza ombra di dubbio Il Presidente Giancarlo ROMOLI in carica per 27 anni consecutivi ed il Capo gruppo di Firenze Giovanni PARIGI. Durante questi anni prendono vita alcuni eventi che rimarranno costantemente nel calendario delle nostre attività; oltre alle consuete partecipazioni alle celebrazioni e cerimonie, su precisa iniziativa di Parigi, prende corpo la ricorrenza di San Maurizio Patrono degli Alpini, cui successivamente seguirà Santa Barbara per non far torto agli Artiglieri.
Nel 2008 la Sezione organizza in Firenze il raduno del 4° raggruppamento, con la partecipazione, altamente suggestiva di innumerevoli rappresentanze ufficiali dei Comuni del Veneto, Friuli Venezia Giulia, i quali, insieme a tanti cittadini, furono ospitati nella nostra ed altre città toscane a seguito degli eventi della 1^ guerra mondiale, successivi ai fatti di Caporetto.
Nel 2014 si rinnova il Consiglio direttivo Sezionale, per normale avvicendamento, ed il nuovo Presidente è Marco ARDIA, succeduto a Giancarlo purtroppo da poco “ andato avanti “, ed inizia un primo nuovo capitolo incanalato verso la modernità.
Il nuovo Consiglio, sotto la decisa spinta del nuovo Presidente, come prima cosa manda in pensione lettere e francobolli e procede, con qualche difficoltà iniziale all’informatizzazione di
tutta la Sezione. Gli effetti positivi, una volta messi a regime tutti i gruppi, si rivelano strategicamente importanti in quanto si riesce ad interloquire nell’immediatezza ed ottenere notizie in tempo reale; inoltre la parte amministrativa viene alleggerita da un pesante fardello.
Ma non si deve mai stare tranquilli; una decina di giorni prima del Natale 2015 ci viene imposto di lasciare la sede; per fortuna eravamo già allertati per precedenti voci che circolavano sempre più insistenti e potevamo già contare sulla nuova sede in via Jacopo da Diacceto; in cinque giorni si sgomberò la sede di via del Tiratoio.
L’anno successivo fu completamente dedicato ai lavori di strutturazione della casa sezionale ed è stato grazie alla continua presenza, praticamente tutti i giorni, di Luigi Puricelli e grazie alla partecipazione di numerosi volontari, nonché di imprese specializzate, con grossi sacrifici anche economici che il 3 dicembre 2016, alla presenza del Presidente Nazionale Favero e di numerosi Consiglieri e Alpini, si è potuto inaugurare la nostra nuova sede, ancora più grande, più bella e più efficiente della precedente.
Durante i due mandati dal 2014 al 2020 il Presidente Ardia ed il Consiglio sezionale si prodigano per ottenere l’Adunata Nazionale a Firenze, ma mentre avevamo appoggio in tutto l’ambiente alpino nazionale, ne siamo stati impediti dall’opposizione delle istituzioni cittadine e così è sfumata l’ultima possibilità.
Comunque, una bella soddisfazione ce la siamo levata con l’organizzazione dei Campionati Nazionali di slalom gigante, organizzati e disputati sulle nevi di Abetone nel marzo 2017.
Questo mi ricorda la partecipazione alle prime manifestazioni della nostra squadra, formata da Roberto NANNINI, Irio BARTOLOMEI di Maresca, Stefano TONARELLI di Cutigliano e dal sottoscritto, in particolare quando nel 1970 a Sestriere conquistammo il podio con il terzo posto a squadre, facendo rosicare non poche Sezioni valligiane.
In questi ultimi venti anni, un enorme potenziamento si riscontra nella Protezione Civile, istituzione nata sul finire del secolo per iniziativa del gruppo di Pistoia e successivamente inserita nell’organo sezionale insieme alla formazione di altri nuclei nati presso altri gruppi.
È intanto cambiato anche il modo di presentarsi; si sono piano piano inseriti i primi segni distintivi di ciascun gruppo, le camicie, di varie fogge e colori che ne distinguevano l’appartenenza, successivamente sostituite dalla camicia di Sezione, che uniforma la visibilità nelle sfilate delle Adunate Nazionali.
E che dire del Consiglio Sezionale che sfila compatto dietro il vessillo scortato dal Presidente in vestito scuro e cravatta? È doveroso a questo punto ricordare le fanfare alpine che ci accompagnano nelle più importanti manifestazioni e le due nostre corali che si impegnano in diverse manifestazioni e cerimonie, rilevando anche l’attività del Cerimoniere, che in ogni occasione ne assume la regia.
Spero che questa mia imperfetta e del tutto personale analisi abbia chiarito l’enorme evoluzione della nostra Sezione in questi anni. Possiamo quasi paragonarci ad una grossa industria, tuttora in potenziamento, ma permettetemi un momento nostalgico nel ricordare le giacche tirolesi di Giuseppe AMATI e le sahariane di Emilio LUGLI, i quali al posto della cravatta, al pari di tanti altri, portavano due palle verdi e qualsiasi riferimento può non essere casuale, ma che lascio alla libera valutazione personale.
Tanti auguri di buon centenario a tutti, alpini, aggregati e amici e a chiunque voglia partecipare a questa nostra importante celebrazione
AUTORE: Piero Ferrari, Vice Presidente della Sezione di Firenze